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"Trittico" - Paul Taylor Dance Company

  • Immagine del redattore: massiddaluca
    massiddaluca
  • 16 ago 2024
  • Tempo di lettura: 2 min



#RecensioneNonRichiesta & post lungo da leggere.

Ogni pensiero esposto è personale, condivisibile o no, spero ci sia uno scambio di opinioni con toni educati.

Paul Taylor Dance Company in un Trittico presso il Teatro Massimo Cagliari del 28 gennaio 2024.

Tornare a vedere danza è sempre una gioia per me, tornare a vedere "bella danza" ancor di più.

La PTDC è una compagnia storica di Modern Dance Americana con una estetica ben precisa e riconoscibilissima: la fisicità e la prestanza scenica di tutti i membri della compagnia è stata ineccepibile, i muscoli delle schiene erano qualcosa di sublime da guardare cosi come tutta la loro parte superiore.

Un commento sintetico potrebbe essere associato a sole due parole: energia e geometria.

A Cagliari hanno portato un trittico di pezzi di di diverse epoche della Compagnia: "Airs" del '78 e "Promethean Fire" del 2002 a firma del fondatore della compagnia e "Somewhere in the middle" di Amy Hall Garner del 2022.

"Airs" è un lavoro lirico, cristallino, una brezza di aria fresca.

Sette danzatorə (4 donne e 3 uomini) si sono rincorsi sulle note di Händel come delle foglie danzanti. Bello, elegante e dolce. Si nota subito una precisione maniacale per le geometrie del corpo e dello spazio: linee energetiche infinite e spirali che superano le orecchie.

Un ottimo inizio di serata per settare il livello altissimo che la compagnia newyorkese ha poi mantenuto per tutto lo spettacolo.

Il secondo pezzo della serata è stato "Somewhere in the middle" della Garner, coreografa che non conoscevo e non conosco, che si vede ha alle spalle tutto lo studio delle tecniche di modern dance.

Questo pezzo è stata un'apoteosi di energia e di "joie de vivre", sulla partitura difficile delle composizioni e orchestrazioni jazz di un gran numero di musicistə.

Non c'era un accento che non venisse sottolineato da un movimento, spesso molto "jazzy"- "musical theater": i polsi che si spezzavano leggermente, le spalle che rimarcavano il ritmo, linee che si allungavano e si spezzavano... questo pezzo è stato danzato con una musicalità estrema.

Gioia gioia gioia e un filo di rullante.

La chiusura è stata affidata ad un meraviglioso pezzone: "Promethean Fire" su musiche di Bach creato dal direttore della Compagnia nel 2002.

L'intera compagnia schierata in calzemaglie nere danza una coreografia geometricamente complessa (non che le altre non lo fossero, ma qui siamo a livelli astronomici) intarsiando delle formazioni che ho solo sognato di vedere.

Precisione maniacale degli spazi e delle geometrie corporee, affiatamento incredibile, energia a palla.

E' difficile danzare Bach senza risultare deboli rispetto alla musica, la danza non ne è stata fagocitata, anzi, ha cavalcato ed elevato la musica. Un connubio praticamente perfetto.

Sono uscito da teatro con il cuore leggero e tanta bellezza negli occhi.

Fisici non conformi ai canoni estetici del "classico", ma perfettamente esemplificativi delle tecniche di Modern Dance: schiene incredibilmente guizzanti, muscoli, forza, energia, musicalità e tantissimo cuore.

Voi lo avete visto questo Trittico? Cosa ne avete pensato? Fatemelo sapere in un commento e parliamone un po'... (29/01/2024)

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