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Trittico del Tokyo Ballet

  • Immagine del redattore: massiddaluca
    massiddaluca
  • 20 nov 2024
  • Tempo di lettura: 6 min

Parte 2 - I Solisti Trittico del Tokyo Ballet al Teatro Lirico di Cagliari per le serate: martedì 12, giovedì 14 e sabato 16 novembre 2024. Al solito la “recensione non richiesta” è una recensione semiseria con largo uso di iperboli e pregna di ironia. In questo post parlo esclusivamente dei vari solisti e delle varie soliste che hanno danzato, visto che la meraviglia del corpo di ballo l’ho già descritta nel post precedente (qui il link per recuperarlo). Martedì 12 e giovedì 14 i primi ruoli ne “il Regno delle Ombre” sono stati interpretati da Akira Akiyama (Prima Ballerina della Compagnia), nel ruolo di Nikiya, e Ryunosuke Ubukata (Primo Solista), nel ruolo di Solor.

Entrambe le sere Akiyama e Ubukata hanno dato prova di una solidissima tecnica e di un ottimo livello interpretativo. Bellissimi a livello estetico, linee lunghissime entrambi (come sempre lei un po’ di più), lirici e possenti.

Mirabili sono stati gli equilibri interminabili della Akiyama la prima sera; sembrava non volesse mai scendere dalle punte; le piroette del breve passo a due “del velo” sono state una lezione di tecnica di giro.

Ubukata è stato un solidissimo partner che ha portato a casa due variazioni (sia martedì che giovedì) incredibili, pulite e potenti.

Sabato 16 invece ho visto un altro cast: Nikiya è stata interpretata da Hitomi Kaneko (Prima Solista) e Solor da Arata Miyagawa (Primo Ballerino). Questa coppia mi è piaciuta meno rispetto alla precedente. Lei meravigliosa, ma l’ho beccata in una serata sfortunata; forse a causa della doppia replica o della stanchezza derivante dalla lunga tournée, è stata un po’ imprecisa ed ha avuto problemi con un po’ di giri in punta. Specifico: il livello è altissimo, probabilmente ha semplicemente avuto una serata no. Miyagawa come Solor è stato dignitosissimo, potente e possente, partner sicuro e stabile; ottima anche l’alchimia espressiva che ha portato in scena con la Kaneko.


Applausi di Akira Akiyama (Nikiya), Ryunosuke Ubukata (Solor) e del Corpo di Ballo femminile "Bayadere" - martedì 12 novembre

Ora arriviamo a parlare delle nove “Ombre” soliste. Queste rappresentazioni mi hanno permesso di vedere una masterclass in diretta su come si possano rendere perfette queste variazioni. Come approfondiremo tra poco, ogni spettacolo ha visto un’Ombra emergere più delle altre. Andiamo a vedere perché nei dettagli, andrò in ordine cronologico di visione. L’ingresso del pas de trois così come la coda delle Ombre è stato portato a casa in maniera meravigliosa da tutti e tre i trii; batterie quasi maschili, precise, sicure, eleganti ed eteree.Inutile ripetere che il livello fosse altissimo. Martedì 12ù

Le tre ombre sono state interpretate da tre danzatrici Soliste della compagnia.

Prima Ombra, Miki Wakuta, bella, sicura e brillante proprio quello che questa variazione chiede.

Seconda Ombra, Yurika Mikumo, è stata l’insegnante della masterclass della serata.

Ha presentato una variazione ineccepibile, quasi come se volesse spiegare didatticamente i passi e le transizioni ad una lezione di repertorio. Incredibilmente musicale, linee lunghissime, i cambi di dinamica tra la prima parte di “adagio” ed il finale di “allegro” sono stati una gioia per gli occhi.

Terza Ombra, Kotone Hasegawa è stata bella possente, belle cabriole ed equilibri pazzeschi.


Giovedì 14

Cast un po’ variegato tra due Soliste e una Prima Artista.

Prima Ombra, la solista Momoko Takumi, ha portato a casa una signora variazione malgrado abbia avuto un imprevisto: nella diagonale finale dei plié-relevé in arabesque viaggiati ha probabilmente rotto una punta. Brava, non perfetta, provo ancora tanta vicinanza a lei che avrà bestemmiato pure Agrippina Vaganova a causa di questo malfunzionamento.

Seconda Ombra, la prima artista Mika Hashitani è stata un po’ pesante durante la prima parte della variazione. Gli atterraggi dei sissone developpé sono stati non eterei come la variazione vorrebbe, però ha portato a casa la variazione in maniera molto elegante.

Terza Ombra, la solista Kurumi Kato è stata colei che ha presentato la masterclass di repertorio della serata. Salti incredibili, pulizia degli in-step assurda, batterie fotoniche e gli attitude finali che erano delle fotografie in movimento. La Kato è riuscita a dare proprio l’idea di movimento “sharp” ell’ultima diagonale degli attitude.


Sabato 16

Il sabato le ombre erano tutte Soliste della compagnia.

Prima Ombra, Miyuki Nakagawa: l’insegnante della masterclass del sabato.

Avevo già adocchiato la Nakagawa nell’ingresso delle ombre, impressionato dal suo salto dinamico e preciso; nella variazione ha superato le mie più rosee aspettative.

La variazione della prima ombra è rapida, brillante e molto frizzante: nella sua interpretazione la Nakagawa è stata la musica.

Salti incredibilmente alti e sostenuti, apertissimo il gran jeté di inizio della parte centrale delle piroette e ha continuato a tener su l’energia in maniera egregia. La parte che più mi ha impressionato, però, è stata l’ultima diagonale: si è mangiata il palco con i plié-relevé arabesque come penso poche danzatrici facciano, ogni salita in punta era lontana chilometri da dove aveva poggiato il tallone per il plié. Incredibile.

Ho gridato a squarciagola un “brava” a fine della variazione perché è stata qualcosa di veramente incredibile ai miei occhi.

Seconda Ombra, Akimi Denda, bella, leggera, lirica, atterraggi morbidi e linee infinite.

Terza Ombra, Emi Masamoto, bella, solida, ineccepibile.


La qualità di questo “Regno delle Ombre” è stata quasi sovrumana, grazie a Tersicore ci sono state sbavature ed intoppi altrimenti avrei pensato di aver guardato qualcosa realizzato dall’intelligenza artificiale migliore del mondo.


Per quanto riguarda “Sagra” parlerò solo dei primi ruoli dell’Eletto e dell’Eletta.

Anche in questo caso, come per i primi ruoli di Bayadere, due cast diversi, uno per le serate del martedì e del giovedì e uno per la serata del sabato. Ci sarebbero anche i ruoli solistici dei due Capi, dei due Giovani e delle quattro giovani Donne, ma non riconoscendo il costume e non conoscendo così bene la Compagnia scriverò poco di loro, mea culpa.


Applausi di Yuki Higuchi (l'Eletto) e Akimi Denda (l'Eletta) - giovedì 14 novembre

Ho amato tantissimo il cast visto le prime due sere: l’Eletto di Yuki Higuchi (Solista) e l’Eletta di Akimi Denda (Prima Solista).

Questo è un balletto dove straborda testosterone, si sente quasi la puzza di "spogliatoio della palestra" da quanto è maschile questo balletto. Higuchi nel ruolo dell’Eletto è uno squarcio in questo machismo.

Si presenta puro, insicuro e spaventato dal suo inesorabile destino, combatte contro la volontà del “branco” a cui poi si piega per adempiere al suo ruolo nel “rito” della primavera. Bello, struggente, condannato e fragile.

Durante la serata del giovedì, durante uno dei suoi soli, ho versato lacrime da quanto è riuscito a toccarmi nel profondo del cuore.

La Denda è stata un’Eletta algida, forte e conscia del suo potere.

Sivede che questa è una coppia scenica rodata, che hanno entrambi sviscerato al meglio il loro ruolo e sono fortissimǝ a livello interpretativo.


Il sabato ho visto Yuki Nanye (Secondo Solista) nel ruolo dell’Eletto e Kotone Hasegawa (Solista) in quello dell’Eletta.

Anche questa una coppia bella da vedere, lui bello e bravo ma ho preferito l’interpretazione delle altre due serate.

Invece l’Eletta della Hasegawa ha dato un twist più sensuale al ruolo; la sensualità è già presente nei passi creati da Béjart, ma in qualche modo ha accentuato il tutto e reso la coreografia praticamente erotica. I respiri, le contrazioni addominali, il movimento del bacino hanno riempito la scena e ha catturato tutta la mia attenzione nonostante la presenza di un’altra ventina di danzatrici insieme a lei.


Un plauso al “pinolino” (perché rispetto ai colleghi era un po’ più basso di statura) con l’accademico verde scuro che sabato mi ha deliziato con una potenza, una voglia di ballare, una profondità interpretativa, dei balzi altissimi. Sembrava stesse ballando la sua ultima “Sagra” e volesse dare tutto se stesso.

Non so quale danzatore tu fossi, ma se mai leggerai questa sgangherata recensione: grazie di cuore.

Nella serata di sabato ci sono stati un po’ di problemi nella coppia dei ragazzi con l’accademico marrone, ad occhio molto giovani, che forse devono ancora tarare al meglio la loro energia in un pezzo così complicato come “Sacre”.


Insomma, dopo tre serate dai cast molto variegati, tanta emozione e bellezza sul palco della mia città, mi porto a casa il ricordo di una produzione stellare di una compagnia più che eccelsa. Grazie al Tokyo Ballet per aver portato in scena la Danza con la D maiuscola! E con questo, concludo la mia recensione onesta e non richiesta, ma come sempre sentita e appassionata.

Ci rileggiamo su queste pagine, per continuare a parlare di danza fatta e di danza vista. Alla prossima!

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